Le principali famiglie delle Piante Grasse
Le principali famiglie delle Piante Grasse
Le piante grasse sono diffusissime grazie alla loro capacità di adattamento agli spazi interni e alle poche e semplici cure di cui hanno bisogno. La loro principale peculiarità è data da particolari tessuti in grado di assorbire l’acqua in eccesso immagazzinandola al loro interno. Questi tessuti vanno a costituire dei veri e propri serbatoi capaci di trattenere e rilasciare liquido in funzione del fabbisogno della pianta. Il serbatoio può trovarsi nel fusto o nelle foglie. Per poter ridurre la perdita di umidità presentano un numero ridotto di aperture stomatiche, ovvero dei fori invisibili ad occhio nudo che permettono la traspirazione del liquido. In alcune specie questi fori sono stati sostituiti dalle spine, tipica caratteristica delle Cactaceae. Le tipologie prive di spine si sono evolute ricoprendo il fusto con sostanze cerose o con fittissimi intrecci di peluria. A seconda del loro ambiente d'origine si avranno piante delle forme e caratteristiche differenti.
Classificazione delle principali famiglie delle Piante Grasse
Per poter analizzare il mondo delle piante grasse è necessario precisare il metodo con il quale questi vegetali vengono classificati. Fu il botanico Linneo a introdurre il binomio, ovvero le due parole latine che identificano ogni pianta. Grazie ai suoi studi il mondo vegetale fu classificato in famiglie, le quali si suddividono in generi che a loro volta comprendono diverse specie. Qui di seguito andremo ad analizzare le principali famiglie delle piante grasse.
Cactaceae
La prima tra le tre per la sua vastità di esemplari è detta delle Cactaceae, si compone di 120 generi e 3000 specie. Il loro luogo d’origine si estende dal Canada alla Patagonia, la maggior parte nasce spontaneamente nel territorio messicano. Tutte le componenti della famiglia hanno una caratteristica che le distingue da ogni altra pianta grassa, si tratta di parti vegetative secondarie dette areole. Questo organo si presenta come una sorta di cuscinetto, anche ben visibile, circolare e chiaro sul quale spuntano le setole, le spine, i rami, le foglie e i fiori. Il genere che si discosta maggiormente dalla classica forma alla quale si è abituati è quello delle Pereskiae data la sua vasta diffusione presenta una vasta varietà di esemplari. Sono piante che fusto e rami spinosi, cilindrici, legnosi, foglie sempreverdi e grandi areole lanose. Il secondo genere più diffuso di questa famiglia è quello delle Opuntiae, piante grasse con fusto e foglie di diverse forme e dimensioni. Portano spine e setole accuminate che si conficcano facilmente nella pelle e sono molto fastidiose. Alcune specie comprese in questo genere sono: O. monocantha, O. sabulata, O. microdasys albispina. Il terzo genere principale è quello delle Cereae, prive di foglie ( o foglie ridotte a piccole scaglie), con fusto cilindrico come la specie della C. florida. Oltre ai generi principali questa famiglia si compone anche delle specie: Mammillaria, Notocactus, Echinocactus, Espostoa, Hildewintera, Movillea, Echinofossulo, Gymnocallycium e tante altre. I cactus come altre specie di piante grasse utilizzano uno specifico ciclo di fotosintesi detto C.A.M.. Questo sistema gli permette di consumare il minor quantitativo di acqua possibile permettendogli di mantenere chiusi gli stomi di giorno e aprirli di notte per respirare e perdere meno vapore.
Mesembryanthemaceae
Questa famiglia si colloca vicina alla prima per numero di specie, conta infatti circa 2000 specie. Si presentano come piante erbacee annuali o perenni con una enorme variabilità del loro aspetto, i fiori sono generalmente vistosi e dotati di molti petali. Il maggior numero di specie si trova nel continente Africano in particolare nelle regioni del sud, poche altre provengono dall’Australia e dall’America.
Crassulaceae
La famiglia delle Crassuleceae vanta al suo interno 33 generi e 1400, si presenta come la terza famiglia per diffusione di piante grasse. A differenza delle altre due famiglie principali le Crassulaceae presentano solamente le foglie grasse nelle quali immagazzinare le riserve d’acqua. I tratti più distintivi di queste piante grasse sono: la loro ampia diffusione e la resistenza ai climi freddi. Data la presenza si così tante specie possono essere individuate caratteristiche eterogenee. Il Sedumè il genere che più di tutti rappresenta questo aspetto, particolarmente adatto alle porzioni di giardino inadatte a molte altre piante. Questo genere comprende circa 600 specie, sono erbe o arbusti dalle forme molto varie, con foglie carnose spesso colorate. Generalmente hanno fusti striscianti o ricadenti. Emettono piccoli fiori a forma di stella che spuntano a intermittenza per tutto l’anno, come il S. burrito. All’estremo opposto si trova il genere Kalanchoe, oltre alla sua bellezza alcune specie di Kalanchoe sono rinomate per le loro proprietà medicamentose, come l’ Aloe hanno il potere di rafforzare il sistema immunitario e quello linfatico. Viene utilizzata da secoli nella medicina popolare africana, asiatica e latino americana.
Euphorbiaceae
Comprende piante di tipo molto diverso: dalle erbe annuali ai grandi alberi. Appartengono a questa famiglia le piante che producono la gomma, il caucciù, la tapioca e l’olio di ricino ( che si estrae dai semi). Questa famiglia comprende piante grasse e non grasse, in questo ultimo gruppo la più rappresentativa è la Euphorbia pulcherrima più nota come stella di Natale. È un genere che comprende più di 1.600 specie.
Liliaceae
Alcune piante appartenenti a questa famiglia (gigli, tulipani, mughetti, asparagi) sono piante grasse, con rosetta di grosse foglie senza fusto oppure con fusto alto anche diversi metri. Uno dei generi più conosciuti di questa famiglia è quello dell’Aloe. Piante originarie dell’Africa e del Madagascar, presentano rosette formate da foglie molto carnose. Possono essere confuse con la famiglia delle Agavaceae, ma i fiori sono diversi, l’Aloe presenta infiorescenze pendule. L’Aloe arborescens e l’ Aloe barbadensis Miller ( detta Aloe vera) sono famose per le loro proprietà benefiche.
Agavaceae
Si presentano con una rosa di foglie grosse e carnose, le radici sono numerose, sottili e molto lunghe, utili per cercare l’acqua in profondità nelle zone aride. Non sono adatte ad essere coltivate in appartamento ma in esterno.
Vitaceae
È la famiglia a cui appartiene la vite. La loro caratteristica principale è data dal fatto che i fiori, piccolissimi, sono riuniti in infiorescenze ramose. Emettono viticci che gli permettono di attaccarsi a qualsiasi supporto.
Commelinaceae
Si caratterizzano per i fiori con tre tepali esterni verdi e tre interni colorati. La famiglia si forma di circa 500 specie suddivise in circa 40 generi. Di questi il più conosciuto è Tradescantia, che, oltre a succulente, comprende anche alcune note specie ornamentali.
Asclepiadaceae
Famiglia molto vasta, comprende migliaia di specie diversissime tra loro. Il gruppo delle Stapelia comprende diversi generi di piante, i loro fiori sono a volte grandi e di forma strana, ma emanano un odore molto sgradevole ( vengono impollinate dalle mosche della carne) è il motivo per cui si sconsiglia la loro coltivazione in casa.
Apocynaceae
Si compone di piante molto diverse tra loro come l’Oleandro e la Pervinca. Due generi in particolare sono degli di nota: gli Adenium, originari dell’ Africa orientale, si presentano come alberelli con rami e tronco nodosi, foglie ovali verdi e fiori molto grandi (12 cm) a forma di tubo. Coltivati in vaso raggiungono al massimo 90 cm. I Pachypodium si differenziano dai primi per la presenza di spine persistenti.
Le piante grasse si sono diffuse in ogni continente, sono vegetali estremamente adattabili a seconda delle proprie esigenze si troverà sempre una famiglia, un genere e una specie che andrà ad abbellire gli ambienti di casa e giardino.
Curiosità delle principali famiglie delle Piante Grasse
Alcune succulente, come l’Agave attenuata, hanno rischiato l’estinzione. Nel suo paese d’origine, il Messico, è avvenuta una raccolta incontrollata risparmiandone solo pochi esemplari. Questa pianta è stata importata in Italia nel 1843 ed è riuscita a sopravvivere grazie alla coltivazione all’interno degli impianti vivaistici.